
Con lo svezzamento inizia una nuova fase per il neonato e per tutta la famiglia: ecco 5 consigli utili per viverlo al meglio, semplificare il momento delle prime pappe e condividere il piacere di un’alimentazione sana con il nostro bambino.
Con questa nuova fase il bambino passa dall’allattamento con il latte materno o con il latte artificiale a un’alimentazione con cibi semi-solidi o solidi che integrano il suo fabbisogno di nutrienti.
Il bambino inizia a provare nuovi sapori e nuove consistenze, può mostrare repulsione per un cibo e vere e proprie passioni per altri, o attraversare fasi alterne… Lo svezzamento può riservare anche grandi sorprese!
Lo svezzamento tradizionale può seguire uno schema prestabilito in cui il pediatra consiglia un calendario di massima in base al quale introdurre i vari cibi, da quelli considerati più digeribili fino ai cibi “da grandi”; altri pediatri invece suggeriscono l’autosvezzamento (o “alimentazione complementare a richiesta” perché si affianca all’allattamento), con cui lo svezzamento avviene per imitazione, quando il bambino raggiunge un grado di sviluppo psico-fisico che gli consente di iniziare ad assaggiare e sperimentare i nuovi cibi che vede sulla tavola di casa.
Con l’autosvezzamento il bambino è libero di svezzarsi gradualmente da solo affiancando le poppate con il latte (materno o artificiale) con piccoli assaggi dei cibi consumati in famiglia. In questo modo le poppate tendono gradualmente a ridursi nel corso delle settimane fino a essere sostituite completamente dai cibi solidi.
In ogni caso lo svezzamento comprende un arco di tempo che dura all’incirca dai 6 mesi a due anni, durante il quale l’allattamento si riduce gradualmente fino a cessare quando la madre e il bambino lo desiderano.
5 consigli utili per facilitare lo svezzamento
Alcuni pediatri consigliano un calendario in base al quale introdurre i vari cibi, da quelli considerati più digeribili e meno allergizzanti fino ai cibi “da grandi”; altri pediatri invece suggeriscono di offrire al bambino i cibi normalmente consumati in famiglia senza seguire un ordine prestabilito.
1. Riconosciamo i segni che il bambino è pronto per lo svezzamento
Per facilitare l’avvio dello svezzamento è importante capire se è il momento giusto grazie ad alcuni segni che il bambino manifesta intorno ai 5-6 mesi di età.
I pediatri consigliano generalmente di iniziare a proporre i cibi diversi dal latte intorno ai 6 mesi di età del bambino o poco prima, ma si tratta di un’indicazione di massima perché le tappe dello sviluppo muscolare e neurologico di ogni neonato seguono tempi e modalità diverse.
Ci sono segni comuni alla maggior parte dei neonati che intorno al primo semestre ci aiutano a capire che il momento dello svezzamento sta per arrivare:
- il bambino ha perso il “riflesso di estrusione” della lingua, cioè il movimento involontario con cui il neonato spinge fuori dalla bocca con la lingua i cibi solidi finché non è in grado di deglutirli correttamente
- riesce a stare seduto con la schiena eretta e la testa dritta
- mostra un interesse sempre più evidente per il cibo e lo comunica con lo sguardo, gesti e vocalizzi
- è in grado di manipolare gli oggetti con entrambe le mani
- mostra un interesse sempre più evidente per il cibo e lo comunica con lo sguardo, gesti e vocalizzi
- porta i cibi alla bocca non solo a scopo esplorativo ma anche per ingerirli
- perde il riflesso di estrusione (che gli faceva respingere con la lingua i cibi semi-solidi e solidi)
- sviluppa la coordinazione oculo-motoria
- sfoggia il suo primo dentino
Il riflesso di estrusione può indurci a pensare che il bambino rifiuti il cibo che gli viene proposto perché non gli piace. Osserviamo il bambino: se sputa i primi assaggi di cibo come se avesse un conato, molto probabilmente non è ancora pronto ed è il caso di aspettare ancora qualche giorno prima di riprovare.
2. Svezziamo il bambino con gradualità
Con lo svezzamento inizia una piccola rivoluzione che richiede gradualità. Pensiamo alla nostra dieta: accetteremmo di modificarla completamente da un giorno all’altro? Molto probabilmente no, e a maggior ragione questo vale per un neonato che non ha ancora una dentatura completa, non ha mai provato sapori e consistenze diverse dal latte e deve ancora imparare a deglutire correttamente.
Offriamo al bambino piccoli assaggi di cibo: frullati di frutta (iniziando per esempio con mela, pera, banana), verdure cotte al vapore e schiacciate (zucchine, patate, zucca), pollo sminuzzato, ricotta…
Per iniziare lo svezzamento è possibile iniziare a introdurre una merenda a base di frutta frullata e sostituire un pasto alla volta gradualmente nell’arco delle settimane e dei mesi successivi, mantenendo per la mattina e la sera due pasti con il latte materno o il latte in formula.
Sempre gradualmente lo svezzamento può proseguire con creme di cereali secondo le indicazioni del pediatra, introducendo la carne solo verso gli 8 mesi di età, i legumi e il pesce verso i 9 mesi.
Nei primi tempi dovremo “sondare il terreno” e capire qual è la consistenza più apprezzata dal bambino; procediamo gradualmente spaziando dai frullati di frutta e verdura ai cibi più consistenti ma sempre schiacciati o tagliati in piccoli pezzi (almeno fino ai 3 anni) per evitare il rischio di ostruzione delle vie respiratorie e di soffocamento.
Non dimentichiamo che lo svezzamento può essere un’ottima occasione per prediligere i cibi freschi e fatti in casa nell’alimentazione di tutta la famiglia, scegliendo tra la maggiore varietà possibile di verdure, frutta, legumi e cereali: i capisaldi della dieta mediterranea!
3. Lasciamo che il bambino impari ad usare il cucchiaino

Soprattutto nei primi momenti dello svezzamento non dobbiamo dimenticare che per il bambino, abituato alla morbidezza del seno materno o alla tettarella del biberon, la sensazione del cucchiaino in bocca può risultare estranea e fastidiosa.
È bene iniziare a usare il cucchiaino con delicatezza, dando tempo al bambino di familiarizzare con il nuovo oggetto. Per iniziare offriamo una piccola quantità di cibo sulla punta del cucchiaino, per agevolare la deglutizione.
Il bambino imparerà l’uso corretto del cucchiaino anche con la pratica: più gli daremo l’occasione di impugnarlo per prendere il cibo dal suo piatto e portarlo alla bocca, prima imparerà a coordinare il coordinamento mano-bocca
Se il bambino mangia lentamente può succedere che la pappa si raffreddi. I migliori set pappa per lo svezzamento comprendono piattini con un apposito serbatoio che mantiene la pappa ben calda e appetibile, un’ottima soluzione per dare tempo al bambino di mangiare in tutta tranquillità senza dover interrompere la pappa per riscaldarla.

Una pappa che si è raffreddata non è molto invitante, ma un contenitore termico può assicurare diverse ore di autonomia mantenendola alla giusta temperatura anche fuori casa.
Il portapappa termico Hygge “on the go” di Suavinex può mantenere la pappa alla giusta temperatura per una durata fino a 6 ore ed è la soluzione ideale per preparare il pasto del bambino in anticipo e consumarlo a casa dei nonni o in viaggio. L’interno in acciaio inox assicura la perfetta igiene e atossicità.

Mentre si “allena” all’uso del cucchiaino, il bambino impara anche giorno dopo giorno a impugnare tazze e posate, per iniziare a bere senza la tettarella o il beccuccio. Un tappetino antiscivolo aiuta a mantenere i piatti al loro posto facilitando anche la pulizia al termine della pappa.

4. Semplifichiamo la pulizia al momento della pappa
Non c’è nulla di male nello sporcare il seggiolone, la tutina o il pavimento, ed è naturale che un po’ di cibo cada a terra quando il bambino lo manipola o cerca di prenderlo con il cucchiaino.
Può essere un po’ frustrante all’inizio, ma con piccole accortezze possiamo facilitare il momento della pappa e del riordino: per esempio possiamo usare i bavaglini impermeabili con la tasca raccoglipappa per i bambini più piccoli (anche in morbido silicone) e tenere strofinacci o pannispugna sempre a portata di mano.
Non lasciamo che i piccoli inconvenienti ci distolgano dalla meravigliosa avventura del nostro piccolo alla scoperta degli alimenti più sani e più buoni!
5. Offriamo il cibo al bambino senza insistere
Può capitare che il bambino rifiuti il cibo, ma non dobbiamo scoraggiarci: capita!
Forse il bambino è già sazio, è stanco o ha mangiato troppo nel pasto precedente. Può darsi che non si senta molto bene e che gli sia passato l’appetito. Proviamo ad aspettare un po’, ma senza insistere e senza aggiungere zucchero o sale per rendere il cibo più appetibile.
Possiamo riproporre lo stesso tipo di cibo dopo qualche giorno, sempre senza insistere se dovesse ancora rifiutarlo.